L’Unione Europea si prepara a una svolta epocale nei controlli di frontiera. A partire dai prossimi mesi entrerà in funzione il nuovo sistema di ingresso e uscita nell’area Schengen, destinato a sostituire i tradizionali timbri sul passaporto con tecnologie biometriche di ultima generazione: impronte digitali, riconoscimento facciale e, in prospettiva, scansione dell’iride.
Si tratta di un cambiamento profondo nel modo in cui l’Europa gestisce i flussi in entrata e in uscita dai propri confini, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza, ridurre i casi di ingresso irregolare e velocizzare i controlli per i viaggiatori in regola.
Come funzionerà il nuovo sistema
Il nuovo meccanismo – che sarà progressivamente attivato in tutti i Paesi Schengen – prevede che al momento dell’ingresso o dell’uscita dall’Unione Europea venga effettuata una rilevazione digitale dei dati biometrici di ciascun viaggiatore non appartenente all’UE.
In concreto:
- saranno scansionate le impronte digitali di tutte le dita;
- verrà acquisita un’immagine del volto;
- i dati saranno associati elettronicamente al passaporto e memorizzati in un archivio centrale europeo.
In una fase successiva, la tecnologia potrà essere estesa anche alla rilevazione dell’iride, una forma di identificazione ancora più precisa e sicura, già sperimentata in alcuni aeroporti europei.
L’obiettivo dichiarato è duplice: garantire maggiore sicurezza alle frontiere e semplificare le verifiche durante i successivi viaggi, evitando lunghe attese e procedure manuali.
Addio al timbro sul passaporto
Con l’introduzione del sistema digitale, il classico timbro apposto dai funzionari di frontiera diventerà un ricordo del passato. Ogni ingresso e uscita sarà registrato automaticamente, permettendo alle autorità di monitorare con precisione la durata effettiva del soggiorno e di individuare chi supera il limite dei 90 giorni previsti per i soggiorni brevi.
Per i cittadini extracomunitari che viaggiano frequentemente nell’area Schengen, il nuovo sistema renderà i controlli più rapidi e affidabili. Per chi entra per la prima volta, invece, sarà necessario dedicare qualche minuto in più per la registrazione iniziale dei dati biometrici.
Privacy e protezione dei dati personali
Il tema della tutela dei dati biometrici è naturalmente centrale. Impronte digitali e caratteristiche dell’iride rientrano tra le informazioni personali più sensibili e, come tali, devono essere trattate nel pieno rispetto delle garanzie previste dal Regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR).
Le autorità europee hanno assicurato che i dati raccolti saranno utilizzati esclusivamente per finalità di controllo alle frontiere e conservati per un periodo limitato, con accesso consentito solo alle autorità competenti e in presenza di rigorosi protocolli di sicurezza informatica.
Resta comunque aperto il dibattito sulla necessità di bilanciare sicurezza e libertà individuale, soprattutto in un contesto in cui la raccolta biometrica potrebbe, in futuro, estendersi anche ad altre categorie di viaggiatori.
La scansione dell’iride rappresenta il passo tecnologico successivo. È una tecnica di riconoscimento basata sull’unicità dei motivi presenti nella parte colorata dell’occhio, impossibili da replicare o alterare.
Rispetto alle impronte digitali, l’iride offre margini di precisione ancora maggiori e non richiede contatto fisico, rendendo il processo più igienico e veloce.
Molti Paesi europei stanno già studiando l’integrazione di questo sistema nei corridoi biometrici automatizzati degli aeroporti, che in futuro potrebbero consentire un ingresso quasi istantaneo per i viaggiatori preregistrati.
Dal punto di vista legale, l’introduzione di sistemi biometrici obbligatori comporta nuove responsabilità per gli Stati membri, chiamati a garantire la piena conformità del trattamento dei dati con le norme europee e nazionali.
Potrebbero emergere questioni delicate anche in ambito amministrativo e contenzioso, specie nei casi di rifiuto all’ingresso per mancata registrazione o per errori di identificazione.
Gli avvocati che si occupano di diritto dell’immigrazione e della libera circolazione dovranno quindi familiarizzare con la normativa tecnica e con le nuove procedure di verifica biometrica, che diventeranno presto parte integrante delle pratiche di frontiera.
Il nuovo sistema di ingresso nell’area Schengen segna l’inizio di una nuova era della mobilità internazionale, in cui la tecnologia biometrica diventa strumento di controllo, ma anche di semplificazione.
Come sempre accade nei grandi cambiamenti, sarà necessario un periodo di adattamento: i viaggiatori dovranno abituarsi ai nuovi controlli, le autorità dovranno garantire efficienza e rispetto della privacy, e il diritto dovrà accompagnare questa evoluzione con regole chiare e tutele adeguate.
La sfida per l’Europa sarà quella di coniugare sicurezza e libertà di movimento, senza rinunciare a nessuna delle due.