L’assunzione di personale straniero richiede un contratto redatto in modo conforme alla normativa italiana e al ruolo del Consolato, perché molti Errori delle aziende nei contratti vengono intercettati già nella fase di controllo dei documenti.
Clausole illegittime, retribuzioni incoerenti, CCNL sbagliati o mansioni incompatibili determinano quasi sempre richieste di integrazione, ritardi procedurali o veri e propri rigetti, fenomeno strettamente collegato alla responsabilità della PA nei ritardi.
Clausole vietate: elementi che non possono comparire nel contratto
Tra le clausole più ricorrenti e allo stesso tempo più contestate:
- obbligo di rimborso delle spese per visto o nulla osta;
- penali in caso di dimissioni;
- disponibilità totale o orari non determinati;
- periodi di prova superiori a quanto previsto dal CCNL;
- divieti assoluti di svolgere attività compatibili.
Sono tutte condizioni che le autorità rifiutano sistematicamente, come avviene spesso nelle procedure del decreto flussi.
Retribuzione: non basta superare la soglia minima
Un errore diffuso consiste nel pensare che sia sufficiente superare una soglia minima per essere in regola.
In realtà la retribuzione deve essere:
- conforme alle tabelle del CCNL applicato;
- proporzionata alla qualifica;
- collegata al titolo di ingresso, come nel caso della Carta Blu UE.
Quando la retribuzione è adeguata solo sulla carta, ma non sul piano della coerenza contrattuale, i nulla osta vengono bloccati per incongruenza tecnico-giuridica.
Inquadramento e CCNL non pertinenti
Il contratto deve riflettere fedelmente il settore, l’attività, la qualifica e il livello.
Errori frequenti:
- applicazione di un CCNL economico ma non pertinente;
- livelli attribuiti artificiosamente;
- descrizione generica delle mansioni;
- scarsa corrispondenza tra profilo dichiarato e funzioni effettive.
Aspetti che emergono con particolare rilievo nelle procedure che coinvolgono art. 23 TUI.
Mansioni non coerenti con il titolo di ingresso
Le mansioni devono essere perfettamente compatibili con il canale e il titolo utilizzato:
- Carta Blu UE → obbligo di ruolo altamente qualificato;
- Art. 27 → richieste competenze tecniche o dirigenziali documentabili;
- Decreto flussi → profilo non superiore a quello dichiarato;
- Distacco → ruolo coerente con la professionalità mostrata nel Paese di invio.
La non corrispondenza tra mansioni e titolo di ingresso è una delle cause più frequenti di rigetto.
Errori delle aziende nei contratti che bloccano la procedura
Gli errori formali, pur semplici, sono spesso determinanti:
- mancanza della data certa;
- omessa indicazione del luogo di lavoro;
- orario non specificato;
- durata insufficiente;
- job description assente o incoerente.
Sono proprio questi difetti a causare rallentamenti, come accade nelle situazioni di responsabilità amministrativa nei ritardi.
Clausole discriminatorie
Alcuni modelli aziendali contengono ancora:
- rinunce anticipate a diritti essenziali;
- obblighi economici sproporzionati;
- trasferibilità illimitata senza criteri;
- limitazioni non previste dal CCNL.
Sono clausole nulle e rischiano di compromettere l’intera procedura.
Sarà, dunque, compito dei professionisti aziendali elaborare un contratto che rispetti tutti i requisiti sopra descritti al fine di evitare impasse burocratiche o rigetti.