Sempre più cittadini stranieri, anche in presenza di una documentazione completa e di un contratto di lavoro o di studio valido, si vedono rigettare la richiesta di visto da parte delle autorità consolari italiane.
Tra le motivazioni più ricorrenti:
- richiami generici all’art. 7, co. 1, lett. d della Direttiva (UE) 2021/1883, che consente allo Stato membro di negare il visto per motivi di ordine pubblico, sicurezza o sanità pubblica;
- richiami all’art. 5 del D.P.R. 394/1999, in assenza di un’istruttoria concreta.
In molti casi, il diniego si fonda su motivazioni generiche o stereotipate, che non trovano riscontro nella documentazione prodotta né nelle verifiche già compiute da Questura e Ispettorato del Lavoro in sede di rilascio del nulla osta.
Profili di illegittimità
L’atto consolare può essere censurabile per:
- violazione del principio di leale cooperazione tra autorità interne;
- difetto di motivazione (art. 3 L. 241/1990);
- difetto di istruttoria, se il Consolato non approfondisce il profilo individuale del richiedente;
- eccesso di potere per sviamento, quando il diniego sembra rispondere a prassi restrittive non fondate su reali esigenze di sicurezza.
Il ricorso al TAR Lazio rappresenta lo strumento principale per contestare il rigetto del visto, in quanto il provvedimento del Consolato è emanato da un’autorità amministrativa italiana all’estero.
Il ricorso va proposto entro 60 giorni dalla comunicazione del diniego dinanzi al TAR del Lazio, e può essere accompagnato da una istanza cautelare volta a ottenere la sospensione dell’efficacia del provvedimento.
L’importanza dell’istanza cautelare
In presenza di esigenze urgenti (contratti di lavoro in scadenza, scadenze accademiche, perdita di opportunità professionali), è possibile richiedere al TAR una misura cautelare. Il giudice amministrativo, anche in pochi giorni, può decidere di sospendere l’efficacia del diniego, permettendo l’ingresso del cittadino straniero in attesa della sentenza definitiva.
Il ricorso con istanza cautelare rappresenta uno strumento rapido e incisivo, capace di tutelare in tempi brevi diritti fondamentali e legittime aspettative.
Perché agire tempestivamente
Attendere un nuovo tentativo potrebbe essere inutile, perché le successive richieste rischiano di incontrare lo stesso diniego sulla base degli stessi motivi.
Inoltre, l’eventuale sentenza del TAR, se favorevole, può costituire un precedente utile anche per altri casi analoghi.
Perché rivolgersi a un legale esperto
L’assistenza di un avvocato esperto è fondamentale per:
- analizzare la motivazione del rigetto;
- valutare la documentazione prodotta;
- evidenziare le discrasie tra l’istruttoria consolare e quella prefettizia;
- curare la redazione del ricorso e l’assistenza nel giudizio cautelare e di merito.
Lo Studio Legale Condosta offre assistenza completa e qualificata nei ricorsi contro il diniego di visto per motivi di lavoro, studio, ricongiungimento o altri scopi.
Ogni caso è seguito con attenzione, professionalità e tempestività, per tutelare efficacemente i diritti del cittadino e garantire il rispetto delle norme.
Contattaci, senza impegno, per una consulenza personalizzata o per verificare la possibilità di presentare ricorso al TAR.
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